La strada da SAN CARLOS DE BARILOCHE a USHUAIA

La CARRETERA AUSTRAL (N°7) è stata costruita in molti anni. I lavori sono partiti all’incirca quando il dittatore Augusto Pinochet era al potere. Fu lui infatti a volere creare una viabilità per i cileni che fosse in grado di collegare la parte meridionale del paese che altrimenti si poteva raggiungere solo attraverso l’odiato vicino argentino.

Il punto di inizio della Carretera è la città di Puerto Montt. Da qui un pò pedalando su strada ed un pò prendendo alcuni battelli si arriva, dopo circa 1200km, nella cittadina di Villa O’Higgins.

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“Onde di sei metri. Oggi non si può partire”

-Onde di sei metri. Oggi non si può partire – è il buon Capitano Abelardo che parla.

Onde di sei metri? In un lago? Davanti a noi splende un timido sole e le acque sono calme. Capitano Abelardo è chiaramente lanciato in pasto ai naviganti dalla compagnia turistica che ci fa pagare caro il prezzo per portarci dall’altra parte. Lui è un uomo in evidente età da pensione che arrotonda in estate la magra pensione cilena. Chissà se ha mai visto onde di sei metri da queste parti e rimbroccato dal manager prosegue:

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Gringos

Occhi sbarrati come fossero morti. I due gringos se ne stanno seduti a fissare il muro nell’oscurità della stanza. Sono vivi nonostante tutto. Saluto con uno stentato buongiorno, ma la risposta che mi giunge alle orecchie è una specie di lamento. Fuori ha piovuto incessantemente per tutta la notte, ma ora è silenzio. Apro la porta e vado in bagno.

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Mai accettare passaggi

Nella notte patagone non soffia il vento. L’ho scoperto per caso poco prima di mezzanotte mentre, da solo, stavo rincorrendo un auto a folle velocità.

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Tetesco di Cermania

La prima volta che incontriamo la coppia tedesca è all’uscita da Cochrane, deep Carrettera Austral. Arrancano sulla strada sterrata a pochi chilometri per ora. Hanno due bici da giro per il mondo, anche se forse il giro del mondo non lo faranno.

Sono impeccabili. Perfetti. Tante borse e tutte in tinta con la bicicletta. Ogni dettaglio sembra studiato nei minimi particolari. Sono pulitissime nonostante le condizioni della strada e il maltempo. L’abbigliamento è super tecnico. Non li conosciamo ancora ma già li odiamo.

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Camperos

La pelle di cordero del Senor Leo ad asciugare.

Lui ha dei camperos polverosi ai piedi. Sta seduto con la reverenza di chi sa che dall’altra parte del tavolo c’è qualcuno da rispettare. Magari è più giovane di lui, sa meno della vita, non sa come si governa un gregge, però è una persona da rispettare.

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Questa strada spakka

DSCF3098Arrivare a Puerto Tranquilo non è molto tranquillo.

Questo piccolo porto è una località sulle sponde del Lago General Carrera come lo chiamano i cileni o lago Buenos Aires come lo chiamano gli argentini. Infatti il lago, uno dei più grandi del Sudamerica, è tagliato in due dal confine. Continua a leggere “Questa strada spakka”

Direzione Sud

IMG_1806Anni fa, adolescente, praticamente rubai un libro dalla biblioteca. Mica sapevo di cosa parlava, ma lessi il titolo e mi piacque subito moltissimo. Mi ricordava qualcosa di remoto. Marinai, montanari, avventurieri, banditi, vagabondi di ogni nazionalità. Paesaggi infiniti e desolati. Insomma tutto quello che la scuola non insegnava. Continua a leggere “Direzione Sud”

Le ore di buco

La lettera di richiamo arrivò puntuale per posta all’indirizzo di Via Roma. Ad aspettarmi mia madre con la busta in mano.

-Questa viene dagli uffici del comune! Cosa hai combinato ora?! – subito mi chiese con fare indagatorio

Non sapevo. Aprì la busta ed era stata inviata dalla biblioteca, dall’ufficio del rispettabile Professor B.

Merda questo fa sul serio, pensai subito.

-Allora che succede? – incalzò mia madre

Era difficile da spiegare, anzi no, era soltanto lungo. Continua a leggere “Le ore di buco”

La macchina mangia mele

IMG_20170924_132721Con ottobre arrivarono sempre più frequenti le piogge, ed il fumo degli incendi era oramai svanito. P.D. il figlio del capo iniziò a chiamarci sempre più spesso a lavorare alla macchina all’interno del capannone. La macchina non è altro che una sorta di nastro trasportatore dove vengono rovesciate le grosse casse di mele raccolte nei vari meleti e loro iniziano a correre. Prima sott’acqua, poi sotto le spazzole lucidatrici e da qui verso dei vassoi infernali che girano all’impazzata dove davanti stiamo io e gli altri. 

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