
La prima volta che incontriamo la coppia tedesca è all’uscita da Cochrane, deep Carrettera Austral. Arrancano sulla strada sterrata a pochi chilometri per ora. Hanno due bici da giro per il mondo, anche se forse il giro del mondo non lo faranno.
Sono impeccabili. Perfetti. Tante borse e tutte in tinta con la bicicletta. Ogni dettaglio sembra studiato nei minimi particolari. Sono pulitissime nonostante le condizioni della strada e il maltempo. L’abbigliamento è super tecnico. Non li conosciamo ancora ma già li odiamo.
Salutano con un freddo hola e poi proseguono. Li incontriamo a sedere alla base di una grande discesa e di nuovo un freddo hola. Sono freddi perché sono tedeschi? Sono freddi perché sono perfetti? Sono freddi perché sono tedeschi e perfetti? Non lo so. L’unica cosa che so è che non sono molto simpatici.
Da dove venite? Da dove siete partiti? Quanti chilometri avete fatto e quanti pensate di farne? Prossima tappa? Tenda o ostello? Queste le domande a raffica quando il viaggio ci ha fatto sedere l’uno a fianco dell’altro in una piccola casa di una signora che offre caffè, cioccolata calda e tè ai viaggiatori.
Non sappiamo cosa rispondere. Io vorrei dire che noi andiamo semplicemente in bicicletta, forse risulterebbe troppo bucolico, ma davvero al resto non sappiamo proprio come rispondere. Troppo tecnico. Troppo noioso. Troppo senza poesia.
Beviamo una tazza di latte con un cacao in polvere marca Milo e ci dileguiamo. Però solo dopo che il non-poeta mi mostra con dovizia di particolari tramite l’app maps.me, la salita che divide tutti noi da Puerto Yungay. Il porto dove un traghetto ci porterà dall’altra parte per l’ultimo tratto della Carretera.
Si vede questa righina nera minuscola rasoterra e poi in un attimo, sempre la stessa righina, s’impenna verso il cielo e quasi lo tocca. Ma ad un certo punto torna giù in picchiata verso il mare. Lui sembra spaventatissimo da questo, non che a noi ci faccia piacere, ma siamo circondati dalle Ande e non può essere che così.
Lei invece sembra più socievole, beh non esageriamo, diciamo sorridente. No troppo. Insomma ogni tanto le si vedono i denti che ha in bocca. Nei suoi silenzi è come se volesse dire: ma che ci sto a fare qui? O meglio: che ci sto a fare qui con lui?
continua…
Stefano Elmi writer_rider
Martina Rosati artist_writer
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