Monte Petto – La serata

E’ ottobre. Sono quasi le sei di sera ed è buio. Ci accoglie Jule. Se siamo qui lo dobbiamo a lei. Infatti è lei che ha organizzato la serata di presentazione di IN ALASKA FA CALDO, serata della quale so ancora poco ma percepisco solo buone sensazioni.

Montepetto è un gruppo di case. Tre per l’esattezza. Quella di Bruno e Tullia, quella di Jule ed una terza che di tanto in tanto viene affittata e tutti chiamano loft.

Vi si accede tramite delle scale esterne e si presenta come una stanza unica molto accogliente con al centro una stufa a legna che scalda tutto. Qui di tanto in tanto vengo create delle iniziative per stare insieme, per condividere opinioni, idee e storie. Condividere in carne e ossa intendo. Una roba giurassica da qualche anno a questa parte. Ma alla fine l’uomo è questo. No followers.

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Monte (di) Petto – L’arrivo

Per arrivare a Monte Petto non bisogna prendere la salita di petto, è la cosa più sbagliata da fare, non tanto per la salita in se stessa, ma per il fatto che dopo la salita viene sempre (almeno si spera) la discesa. E nello specifico è la fine della discesa che ci ha fregato. Perché poi la salita era stata anche piacevole per quanto del tutto inaspettata.

Col mio onesto Renault Kangoo siamo saliti su di una strada sterrata che poi si è tramutata senza troppi preavvisi in veri e proprio campi, e lei (ed io e Martina assieme a lei) che continuava ad arrampicarsi come neanche una Panda 4×4 old school. Va bene, non esageriamo.

Comunque per tornare allo stato delle cose di quella sera, questo Kangoo saltellate è salito fin quasi alla metà preventivata, ma sul più bello è tornato indietro. Proprio così. Ha deciso che era troppo per lui ed è tornato indietro per i fatti suoi. E noi lì dentro con lui senza poter far niente.

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Il libro nella busta

Il libro nella busta è partito nei primi giorni di Dicembre al minimo prezzo sindacale offerto da Poste Italiane. Lo confesso volevo spender poco, seppur per inviare un oggetto a cui tengo molto e che andava ad incontrare due persone cui le loro storie sono finite nel libro. Però quando mi si è chiesto più del doppio, anzi quasi il triplo del prezzo di copertina non mi sembrava avesse più molto senso. “Scusi l’opzione più economica possibile?'” faccio io col savoir-faire commercialista “11 Euro” fa la signora dietro il vetro. “11 Euro? Sicura?” chiedo quasi incredulo “Certo però il pacco è tracciabile solo sino al confine, dopo di che non puoi più controllare”

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In Alaska fa caldo

IMG_3059In Alaska ha fatto veramente caldo (video qui) tre anni fa quando il mio viaggio mi ha portato sino a là.

Già  perché mica avevo programmato niente, non sapevo neanche se ci sarei potuto arrivare a causa del mio visto canadese. Poi una volta appurato che non c’erano impedimenti ho proseguito.

Ero sbarcato a Calgary con la vaga idea di andare sverso nord e per nord intendo veramente il NORD. Dawson City nello Yukon doveva essere la mia meta. Volevo attraversare le Montagne Rocciose, il British Columbia e vedere questo famoso Yukon e il suo affluente Klondike. Posti sognati e visti in libri, film e documentari. Pensai che da lassù ci erano passati davvero tutti: da Jack London a Zio Paperone, e continuavo a dirmi che non mi sembrava vero, e forse in parte non lo era, ma non m’importava ormai ero diretto in quella direzione.

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La macchina mangia mele

IMG_20170924_132721Con ottobre arrivarono sempre più frequenti le piogge, ed il fumo degli incendi era oramai svanito. P.D. il figlio del capo iniziò a chiamarci sempre più spesso a lavorare alla macchina all’interno del capannone. La macchina non è altro che una sorta di nastro trasportatore dove vengono rovesciate le grosse casse di mele raccolte nei vari meleti e loro iniziano a correre. Prima sott’acqua, poi sotto le spazzole lucidatrici e da qui verso dei vassoi infernali che girano all’impazzata dove davanti stiamo io e gli altri. 

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Chiesa vendesi

IMG_20171011_174148Lavoravo sei giorni su sette e di solito la domenica me ne andavo in giro con la bici per le colline intorno Kelowna, che è un pò come girare per il Chianti ma al posto delle osterie trovi i pub che servono la birra.  Continua a leggere “Chiesa vendesi”

Un rifugio per menti curiose

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Ho trovato alloggio in una guest house molto sporca nel centro di Kelowna. E’ gestita da una signora cinese che se ne sta tutto il giorno a sedere dietro la scrivania del suo ufficio, a contare i suoi soldi e tessere le lodi della sua struttura che ospita prevalentemente studenti della locale università.

E’ inizio settembre fa caldissimo e non si respira. Tutti sono entusiasti di questo posto che pare essere considerato la Florida del British Columbia. La spiaggia è super affollata anche nella calura più appiccicosa.

La prima impressione che ho avuto di Kelowna è che faccia schifo. Il meraviglioso lago Okanagan coi suoi meleti, coi suoi ciliegi, con le sue vigne deve essere da qualche parte al di là di questa cortina di fumo che scende dalle montagne.

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Anchorage

img_0160Ad Anchorage ci sono un sacco di Samoani in giro per la città e non sono avvocati. Ci sono arrivato dopo sei ore ininterrotte di pioggia, non una shower (pioggellina) come comunemente la chiamano qui, no no era proprio pioggia, di quella grossa ed ho anche forato. Appena arrivato a casa degli amici dove ho trovato alloggio, subito mi hanno detto: non piove mai così qui. Continua a leggere “Anchorage”

Compleanno al General Store

Vado al General Store, sapendo già di non trovarla, alla ricerca di una birra.
Il posto sta chiudendo, ma la signora forse impietosita dalla bici carica, mi lascia fare un giro fra gli scaffali con le luci già spente. Continua a leggere “Compleanno al General Store”

Kitwanga

A Kitwanga, nome storpiato dai coloni inglesi qualche centinaio di anni fa, c’è un cartellino striminzito che ti dice se giri a destra inizia la Highway 37 e finirà solo nello Yukon 700km più a Nord. Continua a leggere “Kitwanga”