Ad Anchorage ci sono un sacco di Samoani in giro per la città e non sono avvocati. Ci sono arrivato dopo sei ore ininterrotte di pioggia, non una shower (pioggellina) come comunemente la chiamano qui, no no era proprio pioggia, di quella grossa ed ho anche forato. Appena arrivato a casa degli amici dove ho trovato alloggio, subito mi hanno detto: non piove mai così qui.Comunque sono stati giorni interessanti fra piste ciclabili, ciclo-officine e capire come le case resistono a magnitudo 8 sulla scala Richter. Ero in casa di una geologa, Lyndsey, quindi una fonte piuttosto attendibile.
Spendo alcuni giorni in casa sua e del suo ragazzo Justin, trovati tramite Warmshowers, il couch-surfing per cicloturisti. Sono di un’ospitalità incredibile. Lei ha passato qualche tempo in Italia anni fa per uno scambio scolastico nelle Marche, poi la scorsa estate ha viaggiato in bicicletta per tre mesi attraverso l’Europa: da Monaco in Germania sino a Malaga in Spagna, passando per Austria, Ungheria, Slovenia, Italia, Svizzera e Francia.
In città non c’è molto da fare. Se cerchi qualcosa o qualcuno devi per forza infilarti in uno scatolone-centro-commerciale. La parte più bella sono i parchi, che poi sono delle vere e proprie foreste. Le piste ciclabili che in inverno sono tracciati per lo sci di fondo sono moltissime ed attraversano tutta la città.
Quelle nella parte nord sono un po’ più pericolose perché lì ci stanno gli orsi, in quelle più vicino al downtown puoitrovare qualche alce che bruca. Sono miti e abbastanza lente nei riflessi, e sono grandi come cavalli.
La penisola di Kincaid, nella parte sud di Anchorage, è fantastica. E’ il paradiso della mountain-bike in estate e dello sci da fondo in inverno.Lo spray anti-orso o un campanello sono consigliati dicono i cartelli sparsi qua e là. Ed in generale ti puoi spostare da un capo all’altro della città senza toccare una sola strada e di conseguenza evitare il traffico.
L’edilizia del centro città è molto semplice: gli edifici più vecchi sono quasi interamente spariti perché di legno e i pochissimi che rimangono in piedi sono degli anni dieci del Novecento, poi ci sono alcuni esempi d’architettura modernista degli anni ’30 e ’40, per il resto grandi edifici di vetro- cemento piuttosto recenti che dovrebbero rappresentare una sorta di city alaskana.
C’è una data precisa in cui il modo di costruire in città è stato completamente rivoluzionato: il giorno di venerdì santo del 1964, Good Friday, un terremoto di magnitudo 9 distrusse quasi per intero Anchorage e fece prendere coscienza che un altro modo di costruire case ed edifici non solo era possibile, ma necessario.
– Qualche anno fa abbiamo avuto un terremoto di 8 gradi sulla scala Ritcher, è caduto qualche libro dalla libreria e qualche oggetto qua e là dai tavoli, ma alla casa non è successo niente – mi dice Lyndsey
-Ma le tubature? Acqua, gas, elettricità?
-Niente, tutto ok – mi risponde tranquilla
E comunque la natura è talmente grandiosa e bella da queste parti, quanto sono desolanti le città, senza un centro vero e proprio e senza un cuore dove la gente possa ritrovarsi e riconoscersi. Città come Anchorage e Whitehorse, nello Yukon, se c’è una cosa che mettono in evidenza è il divario fra le classi sociali, se ha ancora senso parlare di classi oggi.
Gli homeless, i senzatetto, sono a decine e decine e ovunque. Sono presenti in una maniera sconosciuta alle maggiori città europee. E’ tutto estremo in queste lande desolate: chi ha tutto e chi meno di niente, le mezze misure sembrano non esistere. C’è una mensa-rifugio ad uno sputo da una delle vie principali della città dove centinaia di persone ciondolano durante il giorno e la notte.
Molti fra loro sono nativi o first nation come vengono definiti ultimamente. Lyndsey mi spiega come i first nation in Alaska siano trattati diversamente che nei lower 481dove invece sono confinati in riserve che tirano avanti nella maggior parte dei casi col gioco d’azzardo.- Qui quasi tutte le popolazioni first nation hanno accettato, con pochissime eccezioni, di rinunciare al loro status di popolazione nativa, e quindi di non portare avanti più nessuna rivendicazione in merito – mi dice Lyndsey, che prosegue – Facendo ciò lo stato gli ha offerto sanità, istruzione ed altri servizi sociali completamente gratuiti –
La strada che sembrava finita, finita non è. La penisola di Kenai a sud della capitale, dove i ghiacciai cadono in mare e dove un numero incredibile di salmoni risalgono i fiumi sarà la prossima meta. Solo laggiù, nella punta estrema della penisola nella cittadina di Homer, la strada finisce per davvero. Dopo di che solo isole Aleutine e Russia.
continua…
Stefano Elmi
scrittimaiali
1Come vengono comunemente chiamati gli altri stati dell’unione