
E’ una tappa breve oggi, circa dieci chilometri. Dalla collina dove si trova Chiusi scendiamo verso la pianura, verso Chiusi Scalo che praticamente è il cuore pulsante della cittadina. Qui ci sono supermercati, negozi, la stazione ferroviaria e tutti gli altri servizi che su in collina non hanno ragione d’esistere. Iniziamo a vedere qualche persona in giro. Dopo avere litigato su cosa comprare da mangiare ripartiamo con gli zaini gonfi per trovare il sottopasso pedonale della ferrovia che ci permetterà di ritrovare il segnale arancione del cammino e lasciarci alle spalle questo spicchio di Toscana protesto dentro l’Umbria.
Il corpo inizia ad adattarsi al nuovo corso, almeno così mi sforzo di credere. Spalle, gambe sono ancora doloranti dal giorno precedente. Anche gli sfregamenti vari continuano a dar fastidio ma non importa. Ora abbiamo del cibo con noi ed è la cosa più importante.
Attraversato il sottopasso troviamo subito il cartello che ci avverte che stiamo lasciando la Toscana e stiamo entrando in Umbria. Martina mi scatta una foto anche se il passaggio è molto poco poetico. Il cartello è fra una rotonda ed un’ammucchiata di capannoni alcuni fatiscenti ed altri nuovissimi. Questo tratto è tutto a misura di ‘uomo con automobile’ e per niente di ‘uomo a piedi’. Mi ricorda certi immensi centri commerciali canadesi dove non c’era neanche un posto per appoggiare e legare la bici. Solo auto. Solo uomini con auto.
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