-Quando è stato scoperto il petrolio tutto è cambiato: la gente, il loro abbigliamento ed anche Anchorage stessa è cambiata. Ha creato tanti posti di lavoro è vero, però si è perso qualcos’altro. Prima in Alaska comunque non c’era molto: un po’ di caccia, un po’ di pesca e poco turismo. C’era e c’è l’oro, ma il suo valore è relativo, la gente non ha bisogno di oro ma di petrolio. Questo pare essere il trend –
Sulla strada fra Seward e Soldotna mi fermo per una breve sosta a Moose Pass, dove mi ero già fermato all’andata nel diluvio che poi era continuato per due giorni. Oggi invece è bello e c’è il sole e finalmente vedo cosa le nuvole nascondevano qua intorno.
Sono seduto su una panca davanti alla biblioteca quando un signore con un cappellino da baseball mi chiede se ho bisogno del bagno o di una cucina per prepararmi qualcosa, lo ringrazio e gli dico che sono a posto e sparisce dentro l’edificio.
Prima di ripartire decido di salutarlo visto che è stato molto gentile.
-Arrivederci- dico io sulla soglia di un piccolo magazzino sul retro della struttura
-Arrivederci – dice lui mentre armeggia con martello e chiodi – sto costruendo una fioriera con delle tavole di legno che qualcuno ha buttato via, la voglio sistemare davanti all’entrata. Vuoi vedere la biblioteca?-
– Sì, perché no –
Lui è Ben Ikerd, ha antenati tedeschi, ed Eichard era il cognome dei suoi avi prima che fosse americanizzato, è il signore che ha in carico la gestione della struttura.
L’edificio era la sede di un associazione di tiro a segno e col passare del tempo è diventato la sede della comunità di Moose Pass. Ben mi mostra come su di una parete del magazzino siano ancora presenti, anche se un po’ sbiaditi, quelli che dovevano essere dei bersagli. Sola una parte era adibita a biblioteca, e sala conferenze, mentre l’altra parte era la sede dei vigili del fuoco volontari.
– Negli anni –prosegue Ben – la struttura è un po’ cambiata. I vigili del fuoco si sono trasferiti così abbiamo potuto allargare la biblioteca –
Infatti nella sala le due entrate di quello che doveva essere il garage per i mezzi sono state chiuse con delle vetrate, ed hanno creato una zona con divani e poltrone per la lettura, postazioni con nuovi computer, uno spazio per i bambini. A fianco della sala dove si svolgono le riunioni della comunità di Moose Pass c’è anche una cucina. Tutti questi servizi sono per chiunque voglia venire qui, e ovviamente sono gratuiti, ci tiene a sottolineare Ben.
In estate c’è anche un festival, simile ad una nostra sagra, che serve per raccogliere fondi per portare avanti altre iniziative.
A Ben suona il telefono: sì cara cinque minuti e arrivò
-Scusami è mia moglie. Abitiamo proprio qui davanti, dall’altra parte della strada
-Sei nato qui Ben ?
-No, vengo dal Kansas. Hai mai sentito parlare del terremoto del 1964?
– Sì, perché?
– Ecco io in quell’anno mi sono congedato dai Marines, dopo qualche missione fra Giappone e Taiwan. Tornai a casa in Kansas appunto, ma non c’era molto da fare, così decisi di venire in Alaska, perché c’era bisogno d’aiuto per la ricostruzione e c’erano molte più possibilità che in altri stati. Non avevo molto soldi in tasca all’epoca e per attraversare il Canada bisognava avere almeno 300 dollari, così mi fermai in California a raccogliere arance ed a lavorare in una fattoria. I proprietari erano dei signori anziani e non riuscivano a spostare le balle del fieno, per me non era niente di complicato, lo avevo sempre fatto da ragazzino a casa mia. Così coi soldi guadagnati proseguii il viaggio in macchina ed arrivai qui in Alaska. Ero un po’ come te, in cerca dell’avventura –
Ben ha abitato a Seward per molti anni, il porto sulla costa al di là del passo dove i ghiacciai toccano le onde del mare.
– A Seward il clima è relativamente più mite rispetto a Moose Pass. Inoltre in questa area della penisola la vegetazione è quella di una foresta pluviale molto verde e rigogliosa, perché piove moltissimo in estate. Ad esempio se andrai verso Homer, sull’altro lato della penisola vedrai che il clima è relativamente più asciutto ed anche la vegetazione è diversa. La vegetazione tipo è quella della foresta boreale, fatta di conifere, come intorno al massiccio del Denali.
A Moose Pass confluiscono persone che vivono nel raggio di dieci miglia. Il centro, per così dire, è costituito da: una ventina di case, un ristorante, un general store, una scuola elementare, una stazione ferroviaria ormai chiusa, e un lago dove in estate partono piccoli aeroplani.
Squilla nuovamente il telefono di Ben: sì cara, sono qui con un ragazzo italiano, gli sto facendo vedere la biblioteca. Cinque minuti e arrivò, davvero.
– Mia moglie è molto conosciuta, è come la sindaca di Moose Pass, è nata e cresciuta qui, ed è sempre stata attiva perché la sua comunità non vada perduta. Era la moglie di un mio caro amico che è mancato una quindicina di anni fa, dopo qualche anno ci siamo sposati. Ora ha dei problemi di salute, così mi sono preso io l’incarico di fare il referente per questo luogo. Ultimamente stiamo cercando una persona che possa tenere aperta la biblioteca, la ragazza che lo ha fatto sino ad ora si è trasferita
-Siete in molti a curare questo luogo?
-In teoria sì, ma in pratica siamo sempre i soliti due o tre che stanno dietro ad ogni cosa – dice Ben con un tono di desolazione, ma poi ci scherza su – sembra sia una costante in tutto il mondo –
– Posso farti una foto fra i libri della biblioteca?
-Certo
Ci salutiamo e mentre io parto Ben attraversa la strada per andare a casa da sua moglie. È passata quasi un’ora.
Continua…
Stefano Elmi
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