
Attraversiamo tre portoni molto pesanti ed almeno cinque cancelli per entrare. Tutto sa di chiuso e consumato.
Dopo il terzo portone ti ritrovi di nuovo all’aperto in un chiostro verde con alberi e fiori ed alcuni ragazzi intenti ad innaffiarli. Poi altro cancello, altra porta ed infine entriamo nell’ala dedicata allo studio ed ai laboratori.
Le porte sono piccole e le mura spesse. Dietro ad ognuna di esse c’è una sala dedicata ad un’attività diversa. La biblioteca, l’aula studio, l’aula informatica, ed il piccolo teatro, quello dove entriamo noi.
Chi ci guida è Elena Ghiloni. Assistente sociale della Casa Circondariale San Giorgio di Lucca. Con disinvoltura si muove all’interno di queste mura e da risposte gentili ma ferme ai mille quesiti di chi vive qua dentro.
Le persone arrivano alla spicciolata. Di tutte le età, ed anche stranieri. In ritardo arriva anche un signore piuttosto vecchio con un bastone aiutato da un altro detenuto che funge da badante.
Ci presentiamo e poi iniziamo la proiezione.
Un signore sulla sessantina. Capello bianco e alto di statura ci tesse le lodi con un italiano forbito ed a tratti accademico. Sembra un personaggio uscito da un film di Monicelli.
-Quando ero fuori incontrai un frate che un giorno passò sulla via Francigena vicino casa mia. Gli chiesi: ma lei è senza bagagli? E lui mi rispose che non aveva bisogno di bagagli ma l’importante era andare, stare in cammino. Ecco è questo che vi auguro, non fermatevi, continuate a pedalare –
E’ lui che rompe il ghiaccio. Subito dopo c’è un grande interesse specie dalla curva maghrebina che se ne sta infondo. Mangiare? Bere? Dormire? Come facevate?
Quando Elena ci ha proposto se volevamo fare una proiezione in carcere subito abbiamo risposto di sì. Io non sapevo cosa aspettarmi, la cosa mi incuriosiva e ed allo stesso tempo mi metteva in soggezione. Parlare di viaggi e spazi infiniti a chi è costretto dentro quattro mura, cosa ne sarebbe saltato fuori? Bisognava provare.
Guardo questa donna che si muove fra dentro e fuori con una semplicità disarmante e capisco che lei ha il privilegio di stare un po’ di qua e un po’ di là. Un po’ guardia, un po’ brigante. Ama il suo lavoro e si vede.
L’unica cosa che sappiamo dopo quel pomeriggio è questo:
Sin dalla prima proiezione abbiamo tenuto un quaderno su cui, chi vuole, può lasciare un pensiero, un saluto o anche solo la prima cosa che gli passa per la testa. Mai si era riempito come in questa occasione. Eccoli:
Ragazzi bravissimi non ho mai visto una cosa del genere fino ad ora. Bravissimi. F.
Barvissimi L.
Complimenti per il viaggio e le emozioni che ci avete fatto provare e sentire F.C.
Bellissima esperienza grazie per avercela raccontata S.L.
Mi ha colpito molto il pensiero di tu che hai espresso quando hai detto che un viaggio è tale quando non è programmato, quando non sai cosa ti aspetti all’orizzonte. La verità non è mai una e Dio non è mai statico ma in divenire. Tutto come voi è in viaggio sempre più complesso ed io vi auguro che la complessità non venga mai meno. Non fermatevi! Continuate a pedalare. O.G.
Complimenti siete un bella cobia avite gusto pasioni strana mi piaci farla anchi io A.
Grazie stata bella speriensa siate forte complimenti
In Africa non avite bisognio di comprari da mangiare li gente li sono bravi genteli A.
Un bella storia provate a farla in Africa A.U.
Stefano Elmi
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