5. Chemin d’Assise: Santa Maria Rossa – Assisi

L’ultimo giorno è sempre l’ultimo giorno. Stanchi, malandati, un po’ tristi e un po’ felici. Il cammino odierno poi non è un granché. E’ fatto di strade secondarie asfaltate sempre avvolte dalla solita nebbia. Alcuni tratti più frequentati dalle auto ed altri senza. Tutto così sino Bastia Umbra dove il cammino ci sorprende per un finale che ne è davvero degno. Scendiamo le scalette di un ponte di ferro e, saltato un piccolo albero caduto, troviamo un sentiero che ci condurrà diretti alla città di Francesco immersi nel verde a fianco di un torrente. E’ un arrivo molto ‘francescano’ che ci fa tornare a respirare a pieni polmoni ed a godere di questi ultimi chilometri.

Fermi a riposarci alla base dell’ultima salita per entrare ad Assisi vediamo un gruppo di persone avvicinarsi lungo la strada. Arrivano da un area camper.
“Scommetti che sono i signori incontrati alcuni giorni fa” dice Martina “Ma dai, non credo proprio” sentenzio con fare indolente.
Con nostro grande stupore, ma più che altro mio, mi accorgo che sono proprio loro. Noto anche che aveva ragione il signore che mi aveva detto “Hai presente Assisi, beh noi siamo lì sotto” ed infatti il parcheggio dal quale saltano fuori risulta essere proprio “lì sotto”. Un indicazione che poteva risultare semplicistica ma che in realtà si è dimostrata più veritiera di altre. Quasi mi vergogno di averla messa in dubbio.

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3. Chemin d’Assise: Moiano – Castello di Monticelli

Partiamo dall’oratorio all’alba avvolti da una luce ancora fioca in un misto di nebbia e pioggia leggera. Colline, strade bianche, casali. Tappa lunga quella odierna coi suoi 33 chilometri. Su e giù per i colli umbri e lungo pianure di fondovalle.

Il primo paese in cui ci imbattiamo è Paciano. Ben curato ma nessuno o quasi in giro. Le uniche anime vive escono dal palazzo del locale municipio. Pesca vomita sotto il loggiato a fianco del bar. Scambiamo alcune chiacchiere con dei turisti del nord Italia venuti qui in vacanza coi loro camper.

“Dove state andando a piedi?”
“Ad Assisi, e contiamo si arrivare per il 31”
“Anche noi saremo ad Assisi per quel giorno. L’hai presente la rocca?”
“Sì”
“Ecco noi siamo lì sotto”
“Ok va bene, lì sotto”

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2. Chemin d’Assise: Chiusi – Moiano

E’ una tappa breve oggi, circa dieci chilometri. Dalla collina dove si trova Chiusi scendiamo verso la pianura, verso Chiusi Scalo che praticamente è il cuore pulsante della cittadina. Qui ci sono supermercati, negozi, la stazione ferroviaria e tutti gli altri servizi che su in collina non hanno ragione d’esistere. Iniziamo a vedere qualche persona in giro. Dopo avere litigato su cosa comprare da mangiare ripartiamo con gli zaini gonfi per trovare il sottopasso pedonale della ferrovia che ci permetterà di ritrovare il segnale arancione del cammino e lasciarci alle spalle questo spicchio di Toscana protesto dentro l’Umbria.

Il corpo inizia ad adattarsi al nuovo corso, almeno così mi sforzo di credere. Spalle, gambe sono ancora doloranti dal giorno precedente. Anche gli sfregamenti vari continuano a dar fastidio ma non importa. Ora abbiamo del cibo con noi ed è la cosa più importante.

Attraversato il sottopasso troviamo subito il cartello che ci avverte che stiamo lasciando la Toscana e stiamo entrando in Umbria. Martina mi scatta una foto anche se il passaggio è molto poco poetico. Il cartello è fra una rotonda ed un’ammucchiata di capannoni alcuni fatiscenti ed altri nuovissimi. Questo tratto è tutto a misura di ‘uomo con automobile’ e per niente di ‘uomo a piedi’. Mi ricorda certi immensi centri commerciali canadesi dove non c’era neanche un posto per appoggiare e legare la bici. Solo auto. Solo uomini con auto.

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1. Chemin d’Assise: Montepulciano-Chiusi

Siamo partiti con un passo falso. La sveglia non ha suonato e la partenza di primissima mattina si è tramutata in una partenza solamente di prima mattina. Questo inconveniente ci ha portato ad iniziare a camminare da Montepulciano intorno a mezzogiorno. Considerato che alle cinque del pomeriggio è già buio pesto, non è stata una grande scelta tattica.

Al primo cartellino arancione attaccato ad un segnale di Stop a bordo strada ci emozioniamo come due novellini. Proprio lo stesso cartellino arancione con la T che abbiamo sotto casa, lo ritroviamo qui a qualche centinaio di chilometri di distanza. A questa prima T ne segue subito un’altra e così via, e dal niente il cammino prende forma.
Subito un pensiero istantaneo mi fa sorridere: sapere che esiste un sentiero proibito alle auto che corre lungo tutti questi chilometri mi riempie di gioia e mi riporta coi piedi per terra su come il mondo in realtà sia piccolo.

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