“Vai a vedere la chiesa fra gli svincoli autostradali a Firenze. Fidati. Merita. Good luck” mi fa lo scozzese prima di salutarmi alla mattina e sparire dietro l’angolo della casa.
-Quando hai iniziato a viaggiare in bicicletta – chiedo
-Maggio 2017 – risponde secco lui
L’architetto scozzese, all’apparenza scorbutico, con la sua bici piena di accessori pesantissimi per il giro del mondo, è partito lo scorso novembre da Ushuaia.
Prima di venire qui, per circa venti mesi, ha girato in lungo e largo l’Italia e i Balcani. E poi questo viaggio in Sudamerica, da Ushuaia a l’Alaska, may be, come dice lui. Perché è veramente lontana, sempre come dice lui.
La pensione, una separazione, una fuga, una perdita, ma qui non importa cosa sia. Per alcune ore ci incontriamo per un pasto caldo e un po’ di riposo e siamo tutti uguali.
Siamo entrati sulla Carretera Austral all’altezza di Villa Santa Lucia. Subito ci accorgiamo che metà del paese è stato distrutto da un alluvione. Incontriamo quattro gringos davanti ad un piccolo mercato, che salutandoci con uno stentato Hola, ritornano subito all’inglese, chiedendoci se vogliamo campeggiare con loro a circa un’ora da qui. Diciamo che siamo appena arrivati dal confine argentino, 100km di strada polverosa più a nord e per oggi basta così.
Il giorno seguente arriviamo a Puyuhapi attraverso una valle verde e piena di pascoli. Il caldo si fa via via più intenso. La strada corre fra recinzioni di filo spinato e fattorie. Ci emozionano lungo la discesa che ci porta al paese. Tutti impolverati finiamo in una piazzetta davanti all’Oceano Pacifico. Un ragazzino gioca a basket da solo poco più in là. Una signora vende panini al suo chiosco. Alcuni turisti bevono all’ombra di un bar. C’è aria da vacanza estiva in questo paesino di casettine in legno molto tedesche.
Ci godiamo una birra fresca, prima di sistemarci al campeggio.
Continua…
Stefano Elmi, writer_rider
Martina Rosati, artist_rider
Scrittimaiali