Cara Eroica,

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Qualche tempo fa guardando distrattamente Facebook, noto un’offerta di lavoro come Communication Specialist per L’Eroica, il raduno di bici d’epoca a Gaiole in Chianti ogni prima domenica d’ottobre. Wooow partecipo! Penso subito. Sistemo il curriculum e son già partito a scrivere la lettera motivazionale. Poi guardo un po’ meglio il profilo che stanno cercando, anche per capire che cosa è veramente un communication specialist.

Leggo ed è tutto un po’ meno wooow. Lo specialist deve essere proprio molto specialist, non ce la potrò mai fare. Macchissenefrega, la testa è già partita e quella che doveva essere una lettera motivazionale mi si è trasformata sotto la tastiera nel mio primo ricordo de L’Eroica a cui ho partecipato. Macchisenefrega, una seconda volta, gliela mando lo stesso.

Di seguito come trasformare una lettera motivazionale in un racconto:

Cara Eroica,

sono venuto a conoscenza della vostra offerta lavorativa tramite la vostra pagina Facebook.

La prima volta che sono stato a Gaiole era il 2005 ma ero senza bicicletta, e per quella domenica mi sembrò di essere stato tele-trasportato nel passato. Una sensazione unica e bellissima. C’era molta gente ma non si toccavano ancora i numeri delle ultime edizioni, così mi dissi: va bene il prossimo anno voglio tornare qui ma in bicicletta.

Ecco il 2006: la mia prima Eroica, percorso da 75 km con un mucchio interamente formato da compaesani, abbastanza selvaggio nella sua variegata formazione.

Io con bicicletta Rugani equipaggiata Campagnolo Nuovo Record del 1974 prestata dal mio amico-meccanico e maglietta di lana blu e strisce bianco-rosse della Brooklyn Chewing Gum anch’essa prestata dal mio amico-meccanico e una roba di cuoio legata sulla testa. Mio padre con una Moser del 1980. L’amico di mio padre con maglia di lana arancione e una vecchia bicicletta Bianchi con applicata sul manubrio una custodia di cuoio di un vecchio binocolo perché faceva vintage. Il barbiere con una rara Bartali anni ’50 giallo-uovo ed abbinata una maglia ovviamente di lana, Bartali-Ursus, cucita su misura per lui da una vecchia signora che probabilmente ora non c’è più. Un ragazzo, con una Atala grigio-topo-blu e maglietta di lana con tanto di buchi e un paio di banane nelle tasche. Un altro ragazzo con una Ganna grigia e cambio posteriore a bacchetta (veramente complicato da azionare). E poi il Professore, colui che ci aveva introdotto a tutto ciò, con una Cicognani blu con ruote in legno degli anni ’20 completamente restaurata, ed una maglia di lana a maniche lunghe del G.C. Barga (Gruppo Ciclistico che qualcuno ribattezzò Giovani Comunisti). Era presente anche il noto collezionista, rigorosamente di sole biciclette Legnano, di cui è talmente appassionato che ha partecipato a quasi tutte le edizioni de L’Eroica ma da spettatore. Altrimenti si sciupano, così dice lui.

Qualcuno ci immortalò tutti insieme in una fotografia poco prima della partenza: io che guardo in terra con una faccia che sembra schifata. Il Professore inginocchiato intento a mettersi gli occhialoni d’ordinanza. Il barbiere di spalle che guarda una vetrina. L’amico con la Ganna che guarda oltre il fotografo. Mio padre che tenta una specie di sorriso verso la camera. L’amico di mio padre che guarda in camera ma è intento a dire qualcosa al fotografo. L’altro amico con l’Atala che è forse l’unica persona in posa, ma il fotografo gli taglia mezza bicicletta.

Non eravamo esattamente belli. Ma in tutto quel disordine di biciclette e abbigliamento eravamo felici e curiosi di vedere come sarebbe andata a finire l’avventura che, ad eccezione del Professore e di pochi altri, risultava essere la prima volta. La più bella.

Così partimmo e subito ci separammo nel mare di gente, ma ci ritrovammo tutti al ristoro a Volpaia, a parte mio padre e il suo amico che furbescamente optarono per i 35 km, ed il taciturno e solitario Professore che optò, da consumato ciclo-amatore, per i 135 km, assieme al ragazzo con la Ganna.

La sorpresa del primo ristoro in stile eroico fu una cosa che mi rimarrà sempre dentro. Altro che la barretta energetica piena di schifezze che mi ero messo in tasca. Fettunta per antipasto, ribollita come primo, pane con vino e zucchero per dolce. E ovviamente fiaschi di vino ovunque. Ripartiamo. Io, il barbiere e l’amico con l’Atala oramai formiamo un terzetto ben affiatato. Dopo qualche chilometro però l’Atala fora e ci mettiamo a bordo strada a riparare la ruota. L’amico ingegnosamente aveva sostituito i tubolari con due copertoni con camere d’aria, che non erano propriamente eroici però risultavano più facili da riparare, almeno in apparenza.

Per aiutarci si fermano dei piemontesi con una macchina degli anni ’40. Aprono il baule e ne tirano fuori la cassetta degli attrezzi: una valigia di cuoio consunta. Chissenefrega della foratura pensai: tutto questo è bellissimo! Gonfia, gonfia e rigonfia e poco dopo un pick-up con una troupe di un’emittente televisiva tedesca si ferma a riprenderci. Tutti e tre sudati fradici in mezzo alla polvere a darci il cambio alla pompa e la gentile signorina col microfono in mano dall’inglese dal forte accento teutonico: come mai partecipare Eroica voi? Guardi questa è una bella domanda signorina, non ne abbiamo idea, fu la risposta unanime in quel momento. Gonfia, gonfia e rigonfia e un botto incredibile fa sobbalzare il microfono con la gentile signorina tedesca attaccata. La camera d’aria si era rotta di nuovo.

 

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Dopo un tempo infinito ripartiamo, poi sull’ultima salita per giungere a Radda in Chianti il barbiere sparisce: ma cosa sarà successo? Aspettiamo più di mezz’ora ad un incrocio ed alla fine lo vediamo sbucare da dietro una curva a piedi mentre spinge la bicicletta.

– Il movimento centrale! Il movimento centrale!

– Cosa? Cosa?

– E’ saltato tutto! E’ saltato tutto! Pedalo a vuoto!

Rimane una piccola salita prima di Gaiole e lo aiutiamo poggiandoli una mano sulla schiena: io a sinistra e l’altro amico a destra. Per i pezzi in discesa se la cava da solo. Mentre io comincio a sentire una gran puzza di bruciato venire da sotto, ma non capisco da dove esattamente. La discesa fini’ e non ci feci più caso. Spingiamo il barbiere per un altro tratto di salita e poi di nuovo discesa e nuovamente un puzzo incredibile di bruciato. Guardo davanti e i pattini dei freni di gomma si erano messi addirittura a fumare, mai vista una roba del genere. Sembrava un cartone animato: non può essere vero o forse si, pensai. Nessuno aveva cambiato i pattini di quella Rugani da almeno trent’anni. Guadagno la fine della discesa in qualche modo.

Alla fine arriviamo a Gaiole, da eroi ovviamente, fra due ali di folla solamente per noi (così mi va di ricordare). Il barbiere con la Bartali, oramai compromessa, al centro. Io che pedalo sulla sinistra spingendolo con la mano destra. L’amico con l’Atala a fare lo stesso dalla parte opposta. Sembriamo i due gregari che riportano a casa il vecchio leone ferito fra gli applausi e forse anche qualche lacrima. Tagliato il traguardo, timbrato il libretto, ci guadagniamo una bottiglia di rosso ciascuno, bevuta alla sera a casa per cena.

Alla fine a quella Rugani ho cambiato i pattini dei freni e qualche tempo dopo l’ho comprata ed ora è a casa assieme ad altre eroiche trovate un po’ qua e un po’ là. L’ultima arrivata è una Peugeot da ciclocross ancora da sistemare.

Ops, forse quella che voleva essere una lettera motivazionale si è trasformata in qualcos’altro. Ma la voglia di raccontare era troppo forte.

Allego il mio curriculum e se per caso ho i requisiti sarei veramente molto contento di collaborare con voi.

Cordiali saluti

Stefano Elmi

Ps.

Formazione del mucchio (abbastanza) selvaggio:

  • Il barbiere: Antonio Chiappa

  • L’amico con l’Atala: Andrea Mori

  • Amico-meccanico: Lorenzo Papi

  • Mio padre: Antonio Elmi

  • Amico di mio padre: Riccardo Bertagni detto Pucci

  • Il Professore: Giuseppe Nardini

  • L’amico con la Ganna: Francesco Pierantoni

  • Il noto collezionista di Legnano: Francesco Orsi

Qualche giorno dopo arriva la risposta:

Buongiorno Stefano,

grazie per aver mandato la tua candidatura per diventare il nostro “Communication Specialist”.

Abbiamo ricevuto oltre 50 Cv e per ovvie ragioni abbiamo dovuto fare un po’ di selezione.

Per questa opportunità il tuo profilo professionale non ci è sembrato adatto, ma ti terremo in considerazione per nuove posizioni che si dovessero aprire in futuro.

Speriamo di vederti ai nostri eventi l’anno venturo!

Grazie

L’Eroica

Puntuale. Comunque non ho ancora capito che cosa sia un communication specialist.

Stefano Elmi

scrittimaiali

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2 pensieri riguardo “Cara Eroica,

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