Un pomeriggio al trading post

IMG_20170804_011803.jpg

– Lo vedi questo puntino? –

– Sì lo vedo –

– No, ma dico lo vedi bene questo puntino?! –

– Sì lo vedo –

– Non quello grande, questo qui minuscolo –

– Ti ho detto che lo vedo! –

– Va bene –

– Ma scusa che cos’è? –

– Ah niente, è da dove vengo io –

– Sei nata lì? –

– Sì sono nata lì –

– E come ci si arriva in quel puntino? –

– Solo in aereo. In inverno qualcuno riesce ad arrivare con dei mezzi 4×4 ma il tragitto è molto lungo e pericoloso –

Mi sono fermato al Posty’s, il trading store di Sinona, una manciata di case a soli 40 km da quello precedente di Jay Capps. Il vento contrario ancora una volta è stato micidiale. Così passo  l’intero pomeriggio dentro a questo posto a mangiare qualcosa, a leggere, o a conversare con gli avventori.

Chi sta dietro il banco è una ragazza nativa che dopo essere cresciuta ed aver frequentato le scuole primarie in quel puntino molto più vicino alla Russia che ad Anchorage, con la famiglia si è trasferita prima a Fairbanks e poi nel capoluogo, Anchorage appunto, per poter frequentare le scuole superiori. E’ molto giovane, è già madre ed ha una grande passione per l’alcool.

-Fortuna che tra un paio di settimane vado in vacanza –

-E dove vai? –

-Vado a Las Vegas, dicono che sia bello lì. Voglio provare a giocare un po’ e poi voglio bere tanto – dice ridendo

Quando non ci sono clienti in giro si assenta per andare nel retro dello store e ne ritorna con una un fiato un po’ diverso. Ed è dopo uno dei tanti passaggi avanti e indietro per la sua passione che mi mostra il puntino da cui proviene. La cartina sozza e ingiallita con gli angoli arricciolati è attaccata vicino alla porta del bagno. All’inizio il dito si muove incerto alla ricerca del puntino, ma poi lo trova, e lì è casa sua.

Entra una coppia di pensionati americani coi quali chiacchiero un po’, sopratutto il marito sembra interessato al mio viaggio.

– Sai già dove stare ad Anchorage? – mi chiede

– Eh no, ancora no –

– Ci sarebbe mio figlio che abita lì –

– Si però ci sono i bambini questa settimana – interviene la moglie

– Andrebbe avvisato allora – continua lui

– Si però sai com’è quando sono tutti in casa – ancora la moglie

Peter, questo il suo nome, dall’Idaho mi vuole proprio aiutare a trovare qualcosa, ma la moglie non lo asseconda per niente. Alla fine l’unica cosa che può fare è lasciarmi l’indirizzo di un negozio: Hording Marmot dove vendono ogni cosa di seconda mano per le attività outdoor. Si vede che ci teneva proprio a essere gentile in qualche modo, nonostante la moglie.

– Vai lì se per caso ti serve qualcosa e di che ti manda Peter dall’Idaho –

– Va bene lo farò –

– Il negozio è proprio di fronte allo store di Rei, la grande catena. Conosco Dana la proprietaria. Ok? –

– Ok, grazie –

– Peter dall’Idaho ricordati –

Quanti Peter ci saranno in Idaho? Uno, cento, centomila? Ma va bene il mondo è piccolo.

Poi arriva un brasiliano molto brillante con la sua bicicletta.

-Mi hai rubato il posto al parcheggio amico – dice scherzando

-Sono arrivato prima io, da dove arrivi? –

-Da Hong Kong –

– E dove vai? –

– In Brasile, comunque piacere Aureliano –

– Piacere Stefano, aspetta come da Hong Kong? –

– E’ una lunga storia amico… –

– E un lungo viaggio anche penso…-

– Esatto –

Conversa con la ragazza al bancone, poi viene da me

-Sembra un po’ alticcia la ragazza eh? – mi chiede Aureliano

-Eh lo credo bene, è tutto il pomeriggio che fa avanti e indietro dal retro della bottega –

Poi prendo un caffè con un artista locale che anni fa gli fu proposto di esporre in Italia ma non ci andò mai. E’ un omone alto con capelli e barba lunghissimi e tutti bianchi, vestito con un gilet di pelle e un paio di stivaloni buoni per andare nella foresta. Ha parcheggiato il suo vecchio furgone Chevrolet proprio davanti alla porta d’ingresso, è venuto a comprare il giornale e dell’acquaragia per pulire i suoi pennelli, ma praticamente è venuto a fare due chiacchiere con qualcuno.

Entrano anche due ragazze con una femmina di boxer che non sta mai ferma. Girando fra gli scaffali i barattoli tremano al suo passaggio.

– Questa è l’Alaska – fa Aureliano, mentre conversa con un indiano Sioux del Nord Dakota, trapiantato in Alaska, che si fuma la sua pipa carica d’erba dopo che si è fatto la sua doccia settimanale allo store. Finita la pipa, la rimette sotto la giacca e col suo bastone di legno s’incammina lungo la strada deserta, poi in un punto apparentemente uguale a molti altri la lascia e s’infila nella boscaglia e scompare. E’ la strada per la sua cabin.

Il tempo passa, il pomeriggio si è concluso, sono le sette di sera e la ragazza, sempre più avvinazzata, deve chiudere la bottega. Aureliano, dopo averla abbracciata, riparte verso nord. Io sto un po’ sotto il portico di legno e poi sistemo la tenda sotto ad alcuni alberi poco distanti. La mattina farò colazione con la proprietaria e ripartirò verso la Denali Highway.

continua…

Stefano Elmi

Questo slideshow richiede JavaScript.

scrittimaiali

Pubblicato su Senza categoria

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...