JASPER – Il giorno dopo io e Douglas prendiamo la Buick berlina anni ’90 di mamma e papà defunti, così brutta che è quasi bella.
La macchina sa ancora di nuovo, devono averla usata davvero poco, e con lei iniziamo un lungo giro alla scoperta dei dintorni di Jasper.
Andiamo a Marmot Basin, lo ski resort locale, ma prima ci fermiamo su un tornante uguale a tanti altri. Facciamo 5 minuti a piedi dentro una boscaglia di abeti fittissima (Douglas intanto fischia, che non si sa mai ci fosse uno Yoghi in giro) e ad un certo punto la boscaglia sparisce e siamo su uno sperone di roccia.
Giù infondo nella valle l’unico insediamento umano a perdita d’occhio sotto forma di un pugno di case: è Jasper. Il resto è verde e bianco sulle vette.
Discreta salita quella di Marmot Basin. Il Tour dell’Alberta si concluderà qui fra qualche settimana, sempre che non ci siano inconvenienti: un giorno salivo su di qua con la mia bici da corsa e stavo affrontando l’ultimo tornante a testa bassa, proprio sul finire della curva alzo lo sguardo e c’era un grizzly. Ho fatto la discesa velocissimo.
Giriamo per i laghi: tantissimi. E tanta gente che si diverte con le canoe.
Sulla strada per Lake Maligne vediamo mamma orsa e figliolo orso che brucano tranquilli in riva al lago. Faccio una foto: è la prima volta che li vedo.
Camminiamo poco, Douglas ha un problema all’anca e cammina male: troppo hockey da giovane, ma in bici è a posto ed è ciò che conta.
Torniamo a casa che si è fatto buio, anzi no, qui sembra che non faccia mai buio.
Stefano Elmi
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