Gli eroi non si ripetono mai due volte. Partiti da Dhermi dopo il giorno di riposo, i nostri due fecero i primi chilometri a spinta, mentre il caldo stava già soffocandoli, nonostante la partenza di prima mattina. Dopo circa un km fecero una pausa caffè. Successivamente proseguirono mezzi ciondolanti e furono passati da una coppia di corridori tedeschi, Von Stroppien e Baumann. La coppia tutta sorridente li salutò con fare da finti sportivi. Si vedeva lontano un miglio che i tedeschi erano pieni di sé, almeno questo pensò Contentezza.
Raggiunta la località di Porto Palermo i nostri due si gettarono nelle acque della baia per sfuggire alla calura ed al gruppo intero. Avevano percorso a mala pena 20 km. Pranzarono in un ristorante vicino. Visto che dovevano riprendere la corsa si alimentarono correttamente: un piatto di maiale per entrambi, patatine fritte e birra. Temperatura esterna 38 gradi e temperatura interna che saliva sempre più inesorabile.
Giunta la sera gli ex eroi erano dispersi da qualche parte, prima dell’ormai imminente confine greco.
Tutti li cercavano, ma loro passarono la notte in una spiaggia isolata e tetra come il loro stato d’animo. Solo la mattina seguente si presentarono all’ultimo momento al porto di Saranda per l’imbarco verso l’isola di Corfù. I nostri due atleti, che tanto avevano esaltato gli appassionati di mezzo continente e che tanto avevano riempito le cronache sportive di mezzo mondo, in classifica generale furono superati da tutti, ed anche da loro stessi. Gli altri atleti erano già imbarcati e rilassati. C’erano gli olandesi: Van Fuffen e Van De Merd, abbronzati e sempre senza una goccia di sudore. Se ne stavano belli belli a loro agio sulla nave a ridacchiare. C’erano i soliti tedeschi: Von Stroppien e Baumann, intolleranti per quanto era corretta la loro condotta di gara. Poi c’erano Contentezza e Prestanome inzuppati di sudore, senza colazione e con due ore di sonno alle spalle. Erano irriconoscibili. Venivano schivati da tutti. A distanza di un paio di giorni nessuno li considerava più. ‘Porci fascisti!’ urlò Prestanome al vento durante la traversata, e poi svenne.
continua…
Stefano Elmi
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