La grande curva 

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Passo al Beauty Creek Hostel la seconda notte sulla Icefield Road 93. Ostello senza acqua e luce dove tutto funziona a gas, dove incontro una coppia di insegnanti americani prossimi alla pensione che fa la Icefield al contrario. Sono dell’Alaska e mi mostrano le loro foto di come si divertono d’inverno a pedalare sulla neve. Per loro qui sono i tropici mi pare di capire.

Solo due giorni prima superando Bow Pass fra pioggia e grandine ero tutto esaltato, pensando che se avessi pedalato nel senso opposto sarebbe stata durissima, ma niente in confronto a quello che mi aspettava il giorno dopo.

Lasciato il campeggio di Rampant Creek, fra nugoli di zanzare degne della Maremma, pedalo allegro per un fondovalle blando fino a quando la strada s’impenna senza motivo. Poi alzo lo sguardo e vedo un taglio nella montagna qualche centinaio di metri sopra di me. Pare una strada, vedo anche le auto e le persone che fanno le foto. Maledetti pezzenti.

Insomma prima di guadagnare la vetta del Sunwapta Pass passo i 37 km più duri di sempre (almeno per ora).

La mia cartina indica una big bend. Le solite americanate penso. L’approccio alla grande curva è in discesa, e già qualcosa non torna, poi vedo questa curva enorme dove all’interno ci potrebbero stare facilmente due campi da calcio. Mai curvato così a lungo, son quasi stanco.

Dopo  15 minuti circa mentre la strada ritorna ad impennarsi, mi fermo per fare una foto. Un camion molto americano lunghissimo, di quelli che finora avevo visto solo in modellini, supera a tutto gas le auto più lente in questa curva a tratti parabolica. Idolo.

Raggiungo il Sunwapta Pass dopo uno scollinamento infinito, di quelli che sembra che sei arrivato ma non lo sei mai. Un cartello sulla vetta ti dice che a sinistra le acque vanno nell’Oceano Atlantico a destra nell’Oceano Artico.

Fa freddo la strada ora passa vicino al ghiacciaio dell’Athabasca dove frotte di turisti asiatici fanno a gara per montare su bus speciali che li portano direttamente sul ghiacciaio.

Mangio qualcosa di caldo e tutto imbacuccato in mezzo al vento mi getto nella discesa verso l’ostello.

Il giorno dopo sulla strada incontro Douglas con la sua Specialized in carbonio e un buffo pennacchio sul casco…

Stefano Elmi

 

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Pubblicato su Senza categoria

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