Treno regionale Pisa – Roma

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Approfitto di una pausa da questo teatro viaggiante per scrivere degli appunti.

E’ molto che non scrivo su un taccuino per descrivere un fatto o un avvenimento. Mi ricordo, nell’unico libro di Jean Paul Sartre che ho letto, La Nausea, in cui diceva che la cosa importante era annotare quello che accadeva durante il giorno, poiché questa era un metodo per annotare i cambiamenti o giù di lì.

Infatti mi fermo con l’annotare perché la pausa è finita.
Sono seduto nel posto ad inizio convoglio con sedili un po’ bassi e un po’ stretti, mentre salgono le scale due ragazzi e una ragazza tedeschi: altezza media 1.90, età fra i 16 e i 18 anni, si insinuano nei tre posti accanto al mio, veramente stretti, ora. Il treno è mezzo libero, ma si son piantati qui. Avevo lasciato anche la borsa sul sedile al mio fianco per mantenere dello spazio. Il terzo ragazzo, troppo timido per chiedere, io troppo scocciato per levarlo, ma alla fine ho fatto il gentile.

Insomma riprendo la descrizione di questo teatro:
stazione di Pisa, treno già in posizione 15 minuti prima della partenza. Giappone!
Il treno è pieno di ragazzi e ragazze africani coi borsoni diretti alle spiagge di Rosignano, Cecina e Follonica, sono le stazioni in cui tutti piano piano scenderanno. E’ mattina presto, molti salgono e dormono. As-salāmu ʿalaykum, waʿalaykumu s-salām. Sono quasi tutti Senegalesi, alcuni con abiti tradizionali.

Poco dopo montano altri ragazzi africani vestiti in maniera diversa e senza borsoni. Si siedono vicino al senegalese che tenta di dormire. Parlano broken english, cuffie alle orecchie, catene d’oro con croci intorno al collo,abbigliamento firmato. Discutono su dove si trovi il controllore. Si guardano avanti e indietro. Il controllore bussa forte alla porta del bagno. C’è un sussulto, i ragazzi chiedono a qualcuno cosa succede. Sono Nigeriani e tutti senza biglietto. Sono in giro al cazzeggio, niente lavoro. Ad un certo punto scendono, il senegalese ne è sollevato. A Follonica scende l’ultimo dei venditori e salgono alcuni italiani.

Una signora distinta e abbronzata ha voglia di parlare, chiacchiera con la sua vicina di posto sul motivo del suo viaggio. Infatti la signora sta andando a Roma a trovare la figlia che sta affrontando delle prove d’ammissione all’università LUISS.

E’ incredibile signora questa università.Vedesse una cosa incredibile, sia le persone che proprio il tutto –

La figlia non si sa ancora cosa studierà per ora sta facendo dei test generali per capire, poi vedrà, dice la signora.

Vedesse come è bella questa università signora. Ora mi guardo su trip advisor se c’è un ristorantino ai Parioli. E’ venerdì e qualcosa di aperto ci sarà –

Fermata di Capalbio. Sale altra gente. Una bella ragazza parla al telefono, ha una voce particolare, come se l’avessi già sentita da qualche parte. Sale le scale, incrociamo gli sguardi, la guardo due volte per essere sicuro: è Valentina Cervi che si mette a sedere qualche posto indietro e continua a parlare al telefono. Monta anche un signore ben vestito e dal forte accento romano, anche lui al telefono:

Ah bella Stef! Sto a partì ora da Capalbio e fra du’ ore so a Roma, ci si vede? Vengo da te? O vieni te da me? Però se vieni te da me, non fare come sempre, va bene? A dopo bellaaaa! –

Invece a Civitavecchia monta un modello di coatto montato con un piccolo bulldog.

E’ mejo di una moje aho! –
Va a Roma a prendere la macchina nuova. Tiene un comizio in corridoio sulle varie taglie del bulldog e si è creato anche un certo seguito.

Mi scappa la pipì ma non so come andare al bagno. Troppa gente e non si passa.

Alla ragazza il test le prove alla LUISS non sono andate troppo bene. La mamma la incoraggia al telefono, mentre il padre, seduto dietro, da buon venditore che ottimizza i tempi cerca di vendere un auto d’epoca a qualcuno via telefono.

Roma Termini si scende, fine corsa del treno. Breve pausa per un panino prima del treno regionale per Napoli…

29 Luglio 2016

Stefano Elmi

scrittimaiali
Pubblicato su Senza categoria

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