“Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto
sociale tra individui, mediato dalle immagini” Guy Debord
Polvere. Urla. Caldo. Umido. Pioggia. Fango. Confusione. Boscaglie
sgangherate. Pale di elicotteri come ventilatori. Fucili mitragliatori. Radio
gracchianti. Barelle. Sacchi di plastica. Casse di birra. Canne d’erba.
Mostrini, lustrini, medaglie. Baschi, elmetti, caschi. Napalm. Bambini
piangenti. Donne stravolte. Soldati feriti. Civili feriti. Rock and roll. Risaie.
Capanne. Trincee. Villaggi. Fiumi senza fine. Basi militari improbabili.
Biciclette. Musi gialli. Vietcong. Charlie. Ragazzi del mid-west. Jeep. Carri
armati. Prostitute. Mercato nero. Surf. Tatuaggi. Ospedali. Ospedali da
campo. Generali. Colonnelli. Tenenti-colonnelli. Maggiori. Capitani.
Tenenti. Sotto-tenenti. Sergenti-maggiori. Sergenti. Caporali. Soldati
semplici. Paura, paura e ancora paura.
Per chi non lo ha vissuto di persona questo può essere tutto ciò che il
Vietnam è stato. Continua a leggere ““The TV, she talks to me””
