
E’ una tappa breve oggi, circa dieci chilometri. Dalla collina dove si trova Chiusi scendiamo verso la pianura, verso Chiusi Scalo che praticamente è il cuore pulsante della cittadina. Qui ci sono supermercati, negozi, la stazione ferroviaria e tutti gli altri servizi che su in collina non hanno ragione d’esistere. Iniziamo a vedere qualche persona in giro. Dopo avere litigato su cosa comprare da mangiare ripartiamo con gli zaini gonfi per trovare il sottopasso pedonale della ferrovia che ci permetterà di ritrovare il segnale arancione del cammino e lasciarci alle spalle questo spicchio di Toscana protesto dentro l’Umbria.
Il corpo inizia ad adattarsi al nuovo corso, almeno così mi sforzo di credere. Spalle, gambe sono ancora doloranti dal giorno precedente. Anche gli sfregamenti vari continuano a dar fastidio ma non importa. Ora abbiamo del cibo con noi ed è la cosa più importante.
Attraversato il sottopasso troviamo subito il cartello che ci avverte che stiamo lasciando la Toscana e stiamo entrando in Umbria. Martina mi scatta una foto anche se il passaggio è molto poco poetico. Il cartello è fra una rotonda ed un’ammucchiata di capannoni alcuni fatiscenti ed altri nuovissimi. Questo tratto è tutto a misura di ‘uomo con automobile’ e per niente di ‘uomo a piedi’. Mi ricorda certi immensi centri commerciali canadesi dove non c’era neanche un posto per appoggiare e legare la bici. Solo auto. Solo uomini con auto.
Superato questo tratto ostile ci inoltriamo per alcune piste ciclabili sterrate e ben battute là dove una volta era tutta palude e acquitrini. Arriviamo a Moiano in tempo per ripararci da un temporale. Siamo ospiti di Don Augusto che è stato subito molto ospitale, nonostante gli abbiamo interrotto il pranzo, a causa del nostro arrivo anticipato. Lo abbiamo visto per appena cinque minuti nei quali ci ha spiegato il funzionamento dell’acqua calda e della luce.

Entriamo dalla porta dell’oratorio a fianco della chiesa mentre la nostra stanza è nel retro. E’ ben pulita ed organizzata. Ci sono due letti rifatti, alcune sedie un piccolo tavolo con una piastra elettrica dove scaldare il cibo. Un mobile con posate, stoviglie, coperte e i pensieri dei pellegrini che sono passati di qui. Il soffitto sarà alto 5 metri e la stufetta elettrica che Don Augusto ci ha fatto trovare accesa pompa come un ossesso ma fa caldo solo standoci davanti.


Pesca si è addormentata subito su di una coperta. E’ molto anni ’70 questo oratorio ma è funzionale e soprattutto è l’unico che ci ha aperto le sue porte. Questa è la ragione della tappa corta. Altre parrocchie che abbiamo sentito, poste più avanti sul cammino, non accettano pellegrini principalmente per problemi legati al covid-19, mentre un’altra parrocchia era nel bel mezzo di un trasloco ed i locali erano inagibili.
“E’ un grande il Don!” ci dice l’affabile titolare del piccolo supermercato a fianco della chiesa dove siamo andati a comprare qualche cosa da mangiare.
Nota dal taccuino
Oratorio della chiesa , Moiano (PG)
28 Dicembre ore 17,30
Domani ci sveglieremo alle 6 ed alle 7 contiamo già di essere in marcia per battere il sentiero. Sarà una tappa lunga, oltre 30 km, per raggiungere il Castello di Monticelli, nei pressi di Castiglione della Valle.
Il meteo sarà nuvoloso, mentre i giorni prossimi arriverà il sole con temperature inusuali per il periodo, pare sino a 15 gradi. Buonanotte
CONTINUA…
Stefano Elmi
scrittimaiali (C)