Tema: le tue vacanze estive

Svolgimento:

 Io questa estate sono andato con la mia mamma e il mio babbo nei Balcani.

Qui tutti si odiano.

Sono stato in Croazia dove ci sono solo dei cattolici fascisti, poi sono stato in Serbia dove ci sono solo degli ortodossi fascisti, poi sono stato in Bosnia che è divisa fra serbi, croati e musulmani. Qui l’odio ha raggiunto il punto culminante.

Mi sono fatto un amico bosniaco, che viaggiava con noi. Mi ha detto che lui abita in un paesino vicino a Mostar. Lui odia i croati perché tutti fascisti e odia i serbi per lo stesso motivo. Mi ha spiegato anche che a Mostar un tempo tutti abitavano insieme. Da una parte del fiume ci abitavano i croati cattolici e dall’altra i bosniaci musulmani. Tutti insieme hanno combattuto contro i serbi, poi un giorno i croati si sono alleati coi serbi e hanno combattuto i musulmani bosniaci.

Dopo questo viaggio mi sento arricchito. Ho acquisito più cinismo, cosa che credevo di non avere. La causa penso che sia la Serbia. La Serbia mi ha indurito. Forse perché i serbi sono duri. Insomma Belgrado e la Serbia me l’aspettavo diversi.

Il mio babbo dice che sono una branca di porci fascisti e bifolchi. Io penso solo che se questa era la capitale non oso pensare alla provincia.

In aggiunta, nel nostro viaggio, ci hanno rubato un bagaglio. La polizia si è dimostrata subito molto cordiale, ci ha detto che eravamo dei fessi. Il mio babbo si è incazzato tantissimo e in inglese cercava si spiegare le sue ragioni e quello che avrebbe dovuto fare la polizia. Il poliziotto con la sua cordialità ci ha risposto in cirillico, probabilmente era da molto tempo che faceva quel lavoro, ed era orgoglioso di essere serbo. Questo è quello che ho capito dal tono della voce, forse qualcosa mi è sfuggito.

Sempre in treno il mio babbo ha conosciuto un ragazzo sui trent’anni, che camminava a stento e puzzava. Si è messo a sedere vicino a noi. Era serbo e veniva dal Kossovo e odiava gli albanesi, però tifa l’Inter di Mihalovic.

Ho notato una cosa che non esiste più in Italia. In ogni piccola stazione, anche la più sperduta c’è il capostazione. Hanno delle camicie fuori misura e dei cappelli rossi. Una volta c’erano anche nel mio paese.

Il mio babbo e la mia mamma sono appassionati di musica balcanica e volevano andare ad un festival nel sud della Serbia. Una signora gentilissima, dove abbiamo alloggiato per una notte, ci ha detto che a lei non piace quel festival perché è pieno di serbi fanatici che scrivono solo in cirillico e odiano tutti.

Dopo un giorno abbiamo lasciato al Serbia più stronzi di quando eravamo arrivati.

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Dopo un viaggio lungo siamo arrivati a Sarajevo. La città è bella e in mezzo alle montagne. Nelle collinette intorno ci sono molte tombe bianche. Stando al paesaggio pare di stare in Svizzera se non fosse per i minareti delle moschee che sbucano ovunque.

Il mio babbo quel giorno ci ha fatto ascoltare “Cupe vampe” dei CSI perché diceva che era importante, poi tutto il giorno è rimasto molto pensieroso e ha parlato poco.

Poche persone volevano parlare della guerra. Tutti i giovani si ritrovavano per l’happy hour nei locali come ce ne sono nella mia città, con la stessa musica.

Anche se sono piccolo le ragazze qua sono molto belle e si vestono in maniera molto attraente. Non sembra di stare in un paese a maggioranza islamica.

Ho visto sfrecciare jeep della Nato, Eurofor, Osce, Onu, Carabinieri, Gendarmi francesi, ma nessuno si fermava mai.

Sono contento di questo viaggio che ho fatto con il mio babbo e con la mia mamma.

Ho visitato posti vicini ma lontani allo stesso tempo.

Siamo tornati con un bagaglio in meno però siamo anche arricchiti. Infatti ci sono rimasti tante migliaia di dinari serbi che ci vuole una valigia per trasportarli. Sarebbe anche una bella sommetta in euro. Però nessuno ce li cambia. In Bosnia non li cambiano perché i serbi gli hanno fatto la guerra. In Croazia non li cambiano perché i serbi gli hanno fatto la guerra. Nel mio paese non li cambiano perché i serbi stanno sul culo un po’ a tutti.

Maestra mi è venuta in mente una domanda. Ma come si sentirà un serbo nel mio paese?

Al nostro ritorno in nave ci siamo imbattuti in un gruppo di cattolici italiani con una nutrita truppa di suore filippine, che erano stati ad un festival religioso non so dove.

Parlavano solo di Dio e di un segno luminoso che dovrebbe lasciare la Madonna, pare a breve. Raccontavano i propri fatti personali ad un signore coi capelli grigi che tutti chiamavano padre, mentre sorseggiava della grappa. Cantavano e ballavano mentre la nave era in ritardo di due ore. Erano felici. Per questo io li ho odiati!

Comunque il mio babbo e la mia mamma per sdrammatizzare sono due giorni che fanno battute sulla Serbia. Sono molto ciniche, ma mi fanno troppo ridere.

 FINE

Stefano Elmi

e con il contributo di Andrea Monti

(Croazia, Serbia, Bosnia, estate 2007)

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